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TORO

Ultimo Aggiornamento: 01/04/2009 22:12
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05/10/2008 20:14

«Abbiamo messo tantissimo in campo nella prima parte della gara. Il Torino ha segnato un gol regolare che l’assistente dell’arbitro ha visto in altro modo. Pazienza. Abbiamo provato a fare un altro gol con Amoruso, bravo Handanovic e poi abbiamo regalato il gol dell’1-0».

Igor Charalambopoulos, vice allenatore del Torino (De Biasi squalificato) analizza così il ko dei granata sul campo dell’Udinese. «L’Udinese ha sbloccato il punteggio al 44’ del primo tempo gol e per noi si è presentata una ripresa difficile - spiega ancora l’allenatore - l’Udinese è stata brava negli spazi e con il contropiede, l’abbiamo un pò sofferto. Dovremo lavorare tantissimo per colmare queste cose in entrambe le fasi di gioco e per migliorare la nostra tenuta nei 90’. Sono entrati in campo sia Abbruscato che Ventola ma il gol non è arrivato. I ragazzi hanno provato fino all’ultimo istante a ribaltare il risultato poi ancora più negativo con il raddoppio di Quagliarella. Ventola è stato bravo alla fine ma Handanovic gli ha negato la rete. L’Udinese ha giocatori con grandissima abilità e purtroppo non siamo riusciti ad accorciare sul 2-0 per tentare magari il pareggio».
[Modificato da aston villa 01/04/2009 22:12]
07/10/2008 21:03

Gianni De Biasi, incassata la fiducia di Cairo, ora deve dimostrare al presidente che sa come sistemare il Toro. In tre mesi l’operazione non è riuscita, lo dicono i numeri che come sempre sono l’unica cosa che conta. Ora il signor GDB ha due settimane di tempo per presentare il 19 ottobre contro il Cagliari una squadra diversa.

Scelga lui il modulo e gli uomini che gli sembrano più adatti a uscire dal pantano. Basta che faccia qualcosa di decisivo. Lo chiedono i tifosi sempre più perplessi e delusi dopo la campagna acquisti che è stata dispendiosa, ma per ora non ha portato al cambio di direzione sperato. La situazione è complessa, i rimedi non è detto che siano a portata di mano. Anche perché De Biasi deve operare su più fronti.

Il modulo
Il mercato l’ha condotto Cairo, ma nella buca del suggeritore c’era l’allenatore. Quindi si presume che i giocatori scelti siano stati quelli più idonei agli schemi voluti. De Biasi fin qui ha scelto il modulo con un solo attaccante e due giocatori in appoggio. Tattica che presume una buona copertura a centrocampo. Invece il settore centrale finora ha creato parecchi problemi. Il tecnico ha cambiato le figurine senza riuscire a completare l’album. Per Cairo è una squadra che manca di concretezza, che deve cercare di essere più quadrata e compatta.

Due volte ha recapitato a De Biasi questo messaggio preciso. Ovviamente senza suggerire le modifiche del caso. Domenica a Udine il Toro è partito con il 4-4-2, per poi passare al 4-3-3 nel tentativo di rimontare lo svantaggio. Il modulo con quattro centrocampisti non ha convinto. Prima di tutto i giocatori. La corrente di pensiero più diffusa nello spogliatoio è favorevole a non cambiare strada, ovviamente cercando di riequilibrare il gioco come si attende Cairo.

La condizione fisica
Allarmano il calo della squadra nel secondo tempo e gli infortuni. L’ultimo a bloccarsi è Dzemaili che la Nazionale svizzera ha rispedito a Torino per uno stiramento al collaterale. Lo rivedremo nel derby. Finora è quasi sempre accaduto, Lecce a parte, che dopo un avvio brillante, i granata si spegnessero. Cairo l’ha detto anche ieri: «Dobbiamo migliorare l’aspetto fisico, non è possibile giocare sempre dei secondi tempi meno buoni dei primi. Una volta in svantaggio non abbiamo più la birra per rimontare». La sosta servirà anche per i «richiami» necessari, Fra l’altro il Toro non sarà spolpato dalle nazionali e De Biasi avrà la squadra al completo per lavorare con i suoi collaboratori anche sulla preparazione atletica.

Rosina
Il capitano, a volte, da valore aggiunto diventa problema. Nessuno come lui condiziona la squadra. Sa saltare l’uomo creando la superiorità numerica, tuttavia se incappa in una giornata negativa diventa zavorra per i compagni. Spesso sono i problemi fisici a condizionarne il rendimento. Contro il Cagliari dovrebbe esserci dopo l’infortunio patito con l’Inte e aggravato in Coppa Italia. De Biasi deve decidere se Rosinaldo è indispensabile o se esiste un Toro senza il suo piccolo, ma ingombrante fantasista. Che va utilizzato usando il metro del geometra, perché da dove si piazza in campo può diventare decisivo o essere semplice comprimario. Per esempio, un centrocampo a quattro con Rosina esterno destro, non può avere vita lunga.

La difesa
Il ritorno di Natali e Pratali come coppia centrale dovrebbe restituire alla squadra la solidità necessaria. L’importante è che i due possano giocare insieme con continuità. La partenza era stata più che buona e già si pensava che la fragilità del passato fosse un ricordo lontano. Poi i soliti errori puerili pagati cari come un orologio di Cartier.

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08/10/2008 12:17

Re:
[POSTQUOTE][QUOTE:86925243=aston villa, 07/10/2008 21.03]Gianni De Biasi, incassata la fiducia di Cairo, ora deve dimostrare al presidente che sa come sistemare il Toro. In tre mesi l’operazione non è riuscita, lo dicono i numeri che come sempre sono l’unica cosa che conta. Ora il signor GDB ha due settimane di tempo per presentare il 19 ottobre contro il Cagliari una squadra diversa.

Scelga lui il modulo e gli uomini che gli sembrano più adatti a uscire dal pantano. Basta che faccia qualcosa di decisivo. Lo chiedono i tifosi sempre più perplessi e delusi dopo la campagna acquisti che è stata dispendiosa, ma per ora non ha portato al cambio di direzione sperato. La situazione è complessa, i rimedi non è detto che siano a portata di mano. Anche perché De Biasi deve operare su più fronti.

Il modulo
Il mercato l’ha condotto Cairo, ma nella buca del suggeritore c’era l’allenatore. Quindi si presume che i giocatori scelti siano stati quelli più idonei agli schemi voluti. De Biasi fin qui ha scelto il modulo con un solo attaccante e due giocatori in appoggio. Tattica che presume una buona copertura a centrocampo. Invece il settore centrale finora ha creato parecchi problemi. Il tecnico ha cambiato le figurine senza riuscire a completare l’album. Per Cairo è una squadra che manca di concretezza, che deve cercare di essere più quadrata e compatta.

Due volte ha recapitato a De Biasi questo messaggio preciso. Ovviamente senza suggerire le modifiche del caso. Domenica a Udine il Toro è partito con il 4-4-2, per poi passare al 4-3-3 nel tentativo di rimontare lo svantaggio. Il modulo con quattro centrocampisti non ha convinto. Prima di tutto i giocatori. La corrente di pensiero più diffusa nello spogliatoio è favorevole a non cambiare strada, ovviamente cercando di riequilibrare il gioco come si attende Cairo.

La condizione fisica
Allarmano il calo della squadra nel secondo tempo e gli infortuni. L’ultimo a bloccarsi è Dzemaili che la Nazionale svizzera ha rispedito a Torino per uno stiramento al collaterale. Lo rivedremo nel derby. Finora è quasi sempre accaduto, Lecce a parte, che dopo un avvio brillante, i granata si spegnessero. Cairo l’ha detto anche ieri: «Dobbiamo migliorare l’aspetto fisico, non è possibile giocare sempre dei secondi tempi meno buoni dei primi. Una volta in svantaggio non abbiamo più la birra per rimontare». La sosta servirà anche per i «richiami» necessari, Fra l’altro il Toro non sarà spolpato dalle nazionali e De Biasi avrà la squadra al completo per lavorare con i suoi collaboratori anche sulla preparazione atletica.

Rosina
Il capitano, a volte, da valore aggiunto diventa problema. Nessuno come lui condiziona la squadra. Sa saltare l’uomo creando la superiorità numerica, tuttavia se incappa in una giornata negativa diventa zavorra per i compagni. Spesso sono i problemi fisici a condizionarne il rendimento. Contro il Cagliari dovrebbe esserci dopo l’infortunio patito con l’Inte e aggravato in Coppa Italia. De Biasi deve decidere se Rosinaldo è indispensabile o se esiste un Toro senza il suo piccolo, ma ingombrante fantasista. Che va utilizzato usando il metro del geometra, perché da dove si piazza in campo può diventare decisivo o essere semplice comprimario. Per esempio, un centrocampo a quattro con Rosina esterno destro, non può avere vita lunga.

La difesa
Il ritorno di Natali e Pratali come coppia centrale dovrebbe restituire alla squadra la solidità necessaria. L’importante è che i due possano giocare insieme con continuità. La partenza era stata più che buona e già si pensava che la fragilità del passato fosse un ricordo lontano. Poi i soliti errori puerili pagati cari come un orologio di Cartier.

[/QUOTE][/POSTQUOTE]

Intanto ciao vecchio lupo di mare.

Commento:

Mi pare di rivedere il film dell'anno scorso, con protagonisti diversi, spero di sbagliarmi.
Però vedo poca grinta e corsa sopratutto nei secondi tempi, e ogni volta riusciamo a fare delle cazzate colossali per farci segnare.
Boh....
Cosa ne pensi?


08/10/2008 16:10

Cosa vuoi che ti dica?

Condizione atletica scadente,perche' Cairo ha permesso a De Biasi di allontanare Artico?

Poca grinta ma e' dal Toro di Annoni,Bruno e Policano che non vedo il tremendismo di cui parlava Arpino.

Comunque nessun dramma,abbiamo perso con le 3 leader della classifica mentre contro le nostre concorrenti dirette una vittoria e due pari esterni.

Battiamo il Cagliari e siamo in linea coi programmi,salvarci con 2/3 domeniche di anticipo.

Oggi siamo questo. [SM=g27995]
10/10/2008 10:35

Gianni De Biasi sale in cattedra. Un'ora di lezione. Appassionata, sentita, perfino coinvolgente. L'occasione per spiegare i suoi metodi di lavoro, la sua filosofia nell'affrontare il calcio e la vita, le tecniche per costruire e gestire un gruppo vincente. Nella vittoria e nella sconfitta. «Un'esperienza piacevole, una cosa simpatica che avevo già fatto in passato» la definisce alla fine, salutato da applausi convinti. Ma non sono quelli dei suoi giocatori, non siamo (ancora) nello spogliatoio del Toro. Il tutto si svolge in un hotel di Borgaro Torinese, al seminario regionale dei sindacalisti della Cisl. Il professor GDB è lì per spiegare come si costruisce una squadra a chi, come lui, sull'unione e sul gruppo deve basare la sua forza, sul campo come attorno al tavolo delle trattative. «Ma non chiamatemi mai dottore – scherza – nel nostro Paese dovremmo abbassare i titoli e alzare gli stipendi, la gente sarebbe più contenta». Una platea di 200 persone pende dalle sue labbra.

Così, in attesa di riprendere le lezioni nel chiuso del centro Sisport, ieri mattina il tecnico granata ha messo da parte i problemi del Toro («Non è un gran momento, in effetti») e ha raccontato tutto o quasi della sua esperienza di allenatore. «In quindici anni di carriera ne ho viste di tutti i colori» è stata la premessa di un discorso condotto da vero capopopolo, perfettamente calato nella parte. Non sono mancati slogan ad effetto come «Credi nella forza dei tuoi sogni e diventeranno realtà» o «Un uomo senza obiettivo è come una nave senza timone», concetti che chissà quante volte Rosina e compagni si sono sentiti ripetere in questi anni.

Tra una battuta e l'altra («Fatemi leader del sindacato e cambierò l'Italia»), spiegati i suoi capisaldi nella costruzione di una squadra («Obiettivo chiaro, gioco organizzato e condivisione»), il tecnico ha portato la platea all'interno dello spogliatoio. «La mia tecnica è il dialogo, parlo tanto con i giocatori perché conoscerli è fondamentale. Sia con i giovani sia con la vecchia guardia. Ricordo quando convinsi Roby Baggio a giocare qualche metro più avanti, fu la fortuna del mio Brescia». A volte, va da sé, serve pure il pugno duro: «In caso di problemi cerco di ricucire, ma se non è possibile taglio la mela marcia. L'ho già fatto in passato, anche di recente». Di Michele? Mah, comunque un’esperienza che il tecnico si augura di non dover rifare nel prossimo futuro perché vorrebbe dire che il Toro non sarà stato capace di risollevarsi dalla palude di bassa classifica, cinque punti in sei giornate, in cui come al solito s'è ficcato. «Il leader di una squadra viene fuori automaticamente – chiude GDB - non si autoimpone a parole. I campioni pensano prima di tutto agli altri, mettendo da parte l'egoismo». Un messaggio anche e soprattutto per i suoi ragazzi.

«Dateci tempo e arriveremo a qualcosa in più della salvezza», promette a un tifoso che gli ricorda le sofferenze degli ultimi anni. «Non ditelo a me, sono il primo a soffrire per il Toro. Proveremo a regalarvi il derby». Poi suona la campanella e il prof se ne va.
11/10/2008 11:23

Il Toro non segna ed allora Gianni De Biasi rimanda gli attaccanti (ed anche i difensori) alle esercitazioni di tiro. La pausa di campionato aiuta così i granata, accusati di creare le occasioni, ma di non saperle concretizzare, a ripassare i fondamentali. «Urbà, mandali a ripassare la mira», aveva scherzato Lotito dopo la vittoria della Lazio.

Ieri il presidente granata non c'era, ma l'invito ironico è stato raccolto ieri con un esercitazione speciale che non ha coinvolto però i centrocampisti, causa penuria di uomini disponibili: Saumel è in Nazionale, Barone è fermo ai box per una tendinite, Corini e Zanetti hanno lavorato a parte, mentre si è rivisto Dzemaili con Rosina.

«Il mio ginocchio sta già bene - ha spiegato lo svizzero, rientrato dall'Under 21 causa infortunio - e per precauzione i medici elvetici mi hanno rimandato a Torino. Dopo uno scontro con Quagliarella ho sentito dolore al ginocchio sinistro, non a quello operato, ma non è nulla di grave». Dzemaili non sa spiegarsi le difficoltà del Toro («Il confine tra fortuna e sfortuna è labile»), ma sul ruolo è sicuro: «Nessun ballottaggio con Corini, possiamo giocare insieme e comunque io rendo meglio in un ruolo difensivo a centrocampo».
15/10/2008 09:51

Alessandro Rosina non vuole più correre rischi: prima di ritornare titolare dovrà essere perfettamente guarito dall'infiammazione al ginocchio sinistro. «Inizio a stare meglio - spiega il capitano granata alla ripresa degli allenamenti, intensi e sostenuti come raramente accade - ma bisogna essere cauti: alcuni movimenti sono ancora impossibili e fino a quando non starò benissimo, è meglio non rischiare».

Contro il Cagliari, Rosina partirà dalla panchina (possibile staffetta con Abate, stanco dagli impegni con l'Under 21) e farà attenzione a non pregiudicare il lavoro di recupero («Sono realista: l'infiammazione può migliorare e può peggiorare») perché il derby è sempre più vicino e lui non vuole perderselo dopo la beffa della scorsa stagione: infortunato all'andata e in panchina al ritorno. «Prima pensiamo al Cagliari - ammonisce il fantasista - e a vincere: per noi ora conta solo questo».

Tre punti per scacciare la crisi e riprendere un percorso positivo in campionato, dunque, e Rosinaldo rilancia. «Possiamo fare bene, migliorando l'aspetto psicologico, e il nostro obiettivo è ottenere una salvezza tranquilla. Solo una sorpresa può mandare il Toro nelle prime dieci. Quale? Quella di una squadra che funziona come una macchina perfetta nel gran premio del campionato». E se deve assomigliare a qualcuno, Rosina sa già da che parte stare: «Noi siamo più Massa che Hamilton, perché dobbiamo rincorrere, ma stiamo attenti anche a Kubica».

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